Le Medical Humanities sono state definite da Shapiro e Rucker come l’inclusione delle scienze umane e di prodotti artistici nella formazione di base e post-base dei professionisti della cura. Esse sono rivolte alla tutela e alla cura della salute intesa come responsabilità collettiva e sono il luogo in cui la medicina rafforza i propri rapporti con le scienze sociali e comportamentali con l'apporto delle arti espressive (letteratura, teatro e arti figurative).
Tramite l’approccio multidisciplinare che le caratterizza, intendono fornire alla medicina e a tutti i soggetti coinvolti nel processo di cura, gli strumenti necessari per comprendere tanto le malattie quanto la salute in un contesto sociale e culturale sempre più esteso, al fine di favorire una maggiore comprensione empatica di sé, dell’altro e del processo terapeutico.
Questa proposta formativa si colloca inoltre in un nuovo concetto di sviluppo del welfare e benessere di comunità dell'OMS, che sta mostrando un crescente interesse per l’impatto dell’arte nei contesti di cura. Anche la letteratura scientifica riconosce all'arte un potere rigenerante. Chi lavora in contesti d'aiuto ha la necessità di sviluppare relazioni fondate sull'ascolto e sulla capacità di agire in base al contesto, in un gioco di ruoli e identità personali che richiedono di saper aggiustare costantemente la propria azione per creare e mantenere rapporti di fiducia.
Il corpo è sicuramente in primo piano nell'attività di accudimento alla persona così come nelle attività sanitarie in generale. E' importante porre quindi una particolare attenzione e consapevolezza al linguaggio paraverbale e non verbale (P. Vigorelli, Il corpoo e la cura, 2017) competenza che può essere acquisita attraverso attività formative e per-formative che utilizzano l'espressione corporea.
Per far vivere il corpo nelle relazioni occorre osservarlo e permettergli di agire. Il rapporto che ci lega ai nostri gesti, movimenti o azioni non si può risolvere assumendo solo il criterio dell'efficacia perchè in questo modo ci affideremmo solo alla logica di causa-effetto. Il senso dell'interazione non verbale è da ricercare nello spazio corporeo aperto all'incontro. L'imitazione è il rispecchiamento, la disponibilità a riflettere con i nostri movimenti e le nostre posture i sentimenti che l'altro ci sta comunicando; in questo modo mi metto in sintonizzazione con l'altro (I. Gamelli, Sensibili al corpo. I gesti della formazione di cura).
Questo laboratorio propone una via d'accesso all'ascolto e al riconoscimento della complessità del corpo, aiutando a recuperare la consapevolezza dei gesti capaci di riconnettere la relazione e la percezione alla presenza.
Inizio evento | Domenica 1 Ottobre 2017 9:00 |
Termine evento | Domenica 1 Ottobre 2017 13:00 |
Costo per persona | Evento gratuito |
Ore totali | 4 |
Orario dettagliato |
01/10: dalle 09.00 alle 13.00 |
Docenti |
Responsabile Scientifico: Galmo Barbara |
Luogo | UDINE (UD) - BEST WESTERN HOTEL LÀ DI MORET |
Allegato | IPM9417UD0110 IPP9417UD0110.pdf |